28 Aprile 2016 (Melting Pot)
Questa mattina la polizia si è recata alla nostra tenda, informandoci che dovremmo invitare i migranti a lasciare il campo in cui ci troviamo per andare in quelli governativi. Hanno invitato anche noi a spostarci e a fornire i nostri servizi nei loro campi, ma quando abbiamo chiesto se saremmo potuti entrare anche come volontari indipendenti ovviamente si sono ammutoliti, ben sapendo che l’acceso non è consentito se non a ONG riconosciute dal Governo. Ricordiamo inoltre che in molti di questi campi la vita è peggiore di Idomeni, tanto che molte delle persone trasferite sono poi tornate indietro. Noi continuiamo ostinatamente le nostre attività.
18 Maggio 2016 (Jos)
Finalmente sulla stampa italiana stanno cominciando a uscire notizie degli scontri di Idomeni di oggi.
Quello che però, in generale, le notizie ignorano è che:
– Oltre ai manifestanti, i gas lacrimogeni hanno colpito le tende delle persone e le cliniche mediche, portando all’evacuazione del personale medico e a tantissimi intossicati tra la popolazione, soprattutto bambini;
– La tensione di questi giorni al campo deriva dal fatto che non è più consentito introdurre cibo. In questo modo stanno cercando di costringere le persone ad andare via dal campo, ma inevitabilmente questa strategia di affamare le persone porta ad un inasprimento delle tensioni;
– Questi scontri verrano utilizzati per calcare ancora di più la mano sullo sgombero del campo nei prossimi giorni. Non a caso, stasera al campo sono arrivati 8 autobus della polizia.
19 Maggio 2016 (Tratto dal libro Controvento)
“Arrivano i ‘grandi’ nel campo di Idomeni, camminano su un tappeto rosso e si godono il sorriso di meravigliosi bambini, li a guardarli con quell’ ingenuità tenera che sgorga da piccoli grandi cuori. Ancora non capiscono ciò che sta accadendo in questo sporco mondo, non tutti però. Qui i bambini sono uomini, pieni di esperienze orrende, che scrivono la loro vita su un aquilone o forse su un palloncino pieno di gas.
Il gas coi palloncini oggi però ha poco a che farci, perché, tolto il tappeto, padri e fratelli di queste anime innocenti sono sempre più stanchi di non capire cosa succederà, cosa ne sarà di loro, di uomini, donne e bambini scappati da una tremenda guerra per giungere nella bella Europa, dove, anziché trovare la grande luce sperata, trovano solo piccole fiammelle, spesso inutili, ad accoglierli. Inutili, perché non riescono minimamente a incidere su chi con una facile decisione potrebbe porre fine a questo scempio. Ma parliamo di soldi qui, quei soldini che muovono l’economia di questo globo, in cui quelle vite, che non dovrebbero avere prezzo, sono tutte schematizzate sul postalmarket degli orrori…
…A Idomeni, oggi, la ‘missione del mondo’ è distruggere fino in fondo all’anima questa gente ormai stufa e presa da quella stanchezza che provoca rabbia, la rabbia che genera tensione e la tensione che genera l’ennesima guerra, contro i cavalieri che hanno il compito di buttare lacrimogeni a caso, con la stessa spensieratezza con cui si lanciano fiori a una sposa.
Ecco dov’è finito il gas dei palloncini: negli occhi di una bambina accecata in una tenda, nei polmoni di un uomo che respira a stento, nelle gambe di una donna che corre per ritrovare i suoi due figli e nelle urla di un uomo di otto anni che cerca di proteggere sua madre e la sua sorellina nella disperata speranza di raggiungere suo padre in Germania. Sembrano lacrime di sangue, e tu, una di quelle fiammelle di speranza inutili, ti chiedi perché?? Nessuno lo sa ma tutti lo sappiamo, e andiamo tranquillamente a letto sperando che domani sarà un giorno migliore. Poi ‘domani’ succede che le fiammelle inutili non riescono ad entrare nel campo, forse perché i cavalieri telecomandati, che di sicuro poco c’ entrano con questa storia, devono fare in modo che i ‘grandi’ possano tenersi solo per loro questa gente innocente, affinché il gran bazar di anime possa continuare a distruggere la dignità di popoli che non hanno il diritto alla vita.”
22 Maggio 2016 (Melting Pot)
Anche oggi tantissime persone lasciano il campo di Idomeni. Cinque i pullman presenti, di cui due già quasi pieni. Tutti diretti ai campi militarizzati. Ma tanti altri lasceranno questo luogo tentando di attraversare il confine illegalmente, oppure torneranno da dove sono venuti, nel dramma da cui scappavano.
Nel frattempo la polizia continua a bloccare in modo totalmente arbitrario, e quindi non sistematico, l’acceso al campo dei volontari e del cibo. Entrare o meno al campo oggi è una questione di tempo o di fortuna.
Nel frattempo la polizia continua a bloccare in modo totalmente arbitrario, e quindi non sistematico, l’acceso al campo dei volontari e del cibo. Entrare o meno al campo oggi è una questione di tempo o di fortuna.
23 Maggio 2016 (Enrico Sitta)
È ufficiale: il campo di Idomeni sta per essere sgomberato. Fervono le attività di esercito e polizia greca per l’inizio delle operazioni. La logica è quella di dividere le persone in altri campi ufficiali gestiti da esercito e UNHCR o Croce Rossa, anche se logisticamente è difficile capire come la cosa potrà avvenire in modo “indolore”. L’idea in sé potrebbe anche avere senso nell’ottica di evitare epidemie durante l’estate, migliorare le condizioni di vita dei profughi, scongiurare sommosse che possano nuocere per primi agli abitanti del campo. Ma il modo in cui vengono svolte le operazioni con ruspe e fili spinati appare a dir poco discutibile, e i numeri sono completamente a sfavore di un impianto simile.
Le condizioni nei campi ufficiali sono peraltro simili a delle prigioni, come Moria a Lesbo, e le persone preferiscono restare dove sono. Soprattutto continua a essere assurda la modalità di chiamata SKYPE per farsi accettare la domanda di asilo politico, a cui in Grecia non risponde nessuno. Ricongiungimenti familiari con altri membri (anche minori) all’estero sono resi complicatissimi se non impossibili dall’assenza di documenti andati perduti in guerra o nella fuga. Queste migliaia di persone restano in un limbo giuridico ed esistenziale di cui né il governo greco né l’Unione Europea né le Nazioni Unite sembrano volersi far carico.
24 Maggio 2016 (Jos)
Il giorno é arrivato. Idomeni si sta sgomberando e per la prima volta, Sky trasmette un servizio in diretta sul campo. Siamo in contatto con i volontari ancora presenti al campo e con i nostri fratelli Siriani che dopo tre mesi li dovranno nuovamente lasciarsi alle spalle un pezzo di vita.
Vogliamo credere che le promesse del governo Greco si mantengano e che i nuovi campi governativi siano accessibili ed utili per le richieste di asilo.
Intanto… restiamo con il fiato sospeso…
15 Settembre 2016 (Jos)
C’era una volta… Idomeni. Dopo 4 mesi sembra che non é mai successo nulla, su questo confine che ha fatto piangere il mondo. Un posto dove si ha la sensazione del vuoto, ma in realtá ancora oggi da quel terreno si ha come l’impressione di sentire ancore le urla dei bambini che per mesi lo hanno calpestata con l’illusione che fosse un grande parco giochi!
Questo luogo ha cambiato la vita di tante persone … creando un’unica famiglia … quella umana.
Scritto da Josephine Cacciaguerra, Enrico Sitta, Melting Pot Europa e Nicola Regina
Leggi il ‘dopoIdomeni’ nel libro Controvento
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