IL MARE PER LA PRIMA VOLTA

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Il mare ci trasmette sempre un profondo senso di immensità, allo stesso tempo peró puó avvolgerci anche un grande senso di piccolezza di fronte a tanta maestositá. Adoriamo il mare e quando lo guardiamo e ne sentiamo il suo profumo, riusciamo a far annegare tutti i cattivi pensieri. Sembra non esistere cosa piú bella, utile per meravigliare gli occhi, per curare il corpo e per rilassare la mente.

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Noi che il mare lo abbiamo conosciuto da bambini, lo desideriamo e aspettiamo l’estate per goderlo al massimo del suo splendore. Conosciamo di persona solo la sua bellezza peró, di quel mare bello e maestoso, che ormai da anni é diventato il teatro degli orrori.

Il nostro mare, ci é stato consegnato come una meraviglia da rispettare e custodire, capace di accoglierci e emozionarci; ci han detto di chiamarlo Mediterraneo, uno spartitraffico fra 3 continenti diversi l’uno dall’altro, un pezzo di mondo incredibilmente bello, purtroppo macchiato in modo indelebile dalla crudeltá del mondo che lo ho ha trasformato in un luogo di speranza che spesso diventa morte e disperazione.

Dall’Africa ogni giorno centinaia di persone salgono su un gommone per raggiungere l’italia affidando alla sorte tutto ció che gli rimane della propria vita, cosi come ogni giorno sbarcano in Greca centinaia di persone che scappano dalla guerra del medio oriente. Uomini, donne, bambini, famiglie intere, sfidano prima  trafficanti di uomini e poi le acqua del nostro mare, con il sogno di allontanarsi da una tortura per poter continuare semplicemente a vivere. E quelle coste che dovrebbero avere il profumo della speranza, hanno sempre il sapore dell’umiliazione.

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Il mare, ”per la prima volta”.

Tutti i nostri fratelli conosciti a Idomeni questa maledetta traversata l’hanno fatta, dalla Turchia alle isole greche, rischiando la vita, prima con i trafficanti di uomini che li hanno messi su un gommone dopo aver pagato il biglietto con i risparmi di una vita, e poi con la natura, che cercava di parcheggiare su un fondale pieno di pesci colorati, quelle vite buttate giú da un’onda improvvisa.

Lo hanno visto solo cosi il mare,  a bordo di un gommone, chiusi in un giubbotto di salvataggio e ammassati l’uno sopra l’altro con la speranza di non annegare in quelle acqua limpide che secondo i progetti fatti da chi ci ha consegnato il mare, avrebbero dovuto accogliere solo turisti e pescatori.

“Una volta tornato a Salonicco, uno degli obiettivi principali che mi sono posto è stato quello di mostrare per la prima volta l’incanto dell’acqua ai nostri bambini e ai loro genitori”.

 

“Avevamo tre macchine a disposizione e perciò abbiamo potuto portare con noi le due famiglie di Salonicco e la famiglia di Mosoum. Siamo in venti e facciamo una vera e propria invasione su quella spiaggia che ci fa vivere un favoloso pomeriggio e un tramonto magico. Il Mediterraneo è teatro ogni giorno di drammatiche tragedie e le immagini viste e riviste su internet e in televisione, me le hanno tradotte in cruda realtà i racconti di chi le ha vissute. Nonostante ciò, anche questo meraviglioso mare, che bagna tre continenti, è riuscito a regalarmi momenti unici e molto significativi. Prima Kyla, Adrienne e Jade sulle spiagge di Praia, poi Mosuom, quindi tutti i bimbi dei Kalil e oggi anche le sorelline di Mosoum, sulle spiagge di un’antica Grecia.”

 

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“Quest’anno ho visto per la prima volta il mare guardandolo attraverso gli occhi di tredici bambini, pieni di felicità e meraviglia per non averlo mai visto prima.”

Tratto dal libro Controvento

 

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